In un mondo diviso in bianco e nero, in cui “contano due poli soltanto” e dove le parole importanti sembrano essere solo “sì” e “no”, il poeta opta per l’astensione, ma la sua non è indifferenza né disimpegno, bensì una posizione terza, che si oppone a una visione conformistica delle cose e invita a cogliere le miriadi di sfumature esistenti tra il bianco e il nero e tra il sì e il no. È una riflessione, questa, che trascende le circostanze personali o storiche che l’hanno provocata per acquisire una valenza universale ed eterna. In un certo senso il poeta sfiora qui l’essenza della poesia, che è una forma peculiare di confronto dialettico tra l’uomo e il mondo ed è un tipo particolare di dialogo tra gli uomini, dove a entrare in contatto sono i mondi interiori e il linguaggio non può essere quello formalizzato, univoco, tecnico che solo sembra avere cittadinanza nel nostro mondo moderno, tecnologico e aspirante alla globalizzazione. La lingua del mondo interiore è ambigua, equivoca, evocativa. E dunque la poesia è una forma di resistenza rispetto a un mondo che predilige la semplificazione, la generalizzazione, la riduzione della complessità a sistema binario, l’affermazione del presente come metro su cui misurare non solo il futuro, ma addirittura il passato, da leggersi secondo i principi che regolano, o che si pretende regolino, la nostra vita attuale, secondo una prassi che abolisce qualsiasi sforzo di comprensione, consentendo solo di esprimere giudizi, ma impedendo di comprendere le ragioni.
La mia rabbia è colma d’amore, la mia notte, colma di stelle… / Bais, Marco. - (2023), pp. 11-16.
La mia rabbia è colma d’amore, la mia notte, colma di stelle…
Bais, Marco
2023
Abstract
In un mondo diviso in bianco e nero, in cui “contano due poli soltanto” e dove le parole importanti sembrano essere solo “sì” e “no”, il poeta opta per l’astensione, ma la sua non è indifferenza né disimpegno, bensì una posizione terza, che si oppone a una visione conformistica delle cose e invita a cogliere le miriadi di sfumature esistenti tra il bianco e il nero e tra il sì e il no. È una riflessione, questa, che trascende le circostanze personali o storiche che l’hanno provocata per acquisire una valenza universale ed eterna. In un certo senso il poeta sfiora qui l’essenza della poesia, che è una forma peculiare di confronto dialettico tra l’uomo e il mondo ed è un tipo particolare di dialogo tra gli uomini, dove a entrare in contatto sono i mondi interiori e il linguaggio non può essere quello formalizzato, univoco, tecnico che solo sembra avere cittadinanza nel nostro mondo moderno, tecnologico e aspirante alla globalizzazione. La lingua del mondo interiore è ambigua, equivoca, evocativa. E dunque la poesia è una forma di resistenza rispetto a un mondo che predilige la semplificazione, la generalizzazione, la riduzione della complessità a sistema binario, l’affermazione del presente come metro su cui misurare non solo il futuro, ma addirittura il passato, da leggersi secondo i principi che regolano, o che si pretende regolino, la nostra vita attuale, secondo una prassi che abolisce qualsiasi sforzo di comprensione, consentendo solo di esprimere giudizi, ma impedendo di comprendere le ragioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.